Ma nel PD si può parlare di lotta democratica ? Milito a sinistra da più di quarant’anni e ho scelto di votare PD, scommettendo sul futuro. E quando percepisco fra la gente del MIO partito una certa qual supponenza rispetto a temi pesantissimi come il disagio e l’incertezza in cui Berlusconi ha precipitato milioni di famiglie italiane, sento il dovere di reagire. Sarebbe ora di uscire dall’ombra del governo ombra e dire al paese che ci siamo oggi, non che ci saremo fra cinque anni. E che siamo organizzati e pronti a lottare per questa democrazia mortificata, per l’attacco dissennato di questo esecutivo al reddito fisso da lavoro e da pensione. Non si tratta di noccioline e non si può fare accademia su queste questioni, che meritano una riflessione e una risposta POLITICA prima di essere esaminate alla lente dell’economia. Perché è della vita di milioni di lavoratori che si discute, e del futuro prossimo delle loro famiglie. Nel dettaglio, e con la massima sintesi di cui sono capace :
1. Per tutto il lavoro dipendente : Tasso di inflazione programmata per i contratti a meno della metà della inflazione reale.Il prossimo anno al 1,7 %. Poi al 1,5 % nel 2010 e 2011 ( andando addirittura al di sotto del target prefissato dalla BCE : Tremonti fa il virtuoso con gli stipendi dei lavoratori..). E’ la prima volta che accade che la differenza fra l’inflazione reale e quella programmata dal governo sia superiore al 100 %. Perché attualmente l’inflazione reale nel nostro paese è al 4,2 & e se poi ci riferiamo alla spesa alimentare dobbiamo ragionare addirittura a due cifre pensando agli aumenti di pane e pasta, giusto per fare due esempi. Brutalizzare un budget contrattuale attraverso una inflazione programmata al 1,5 % significa per il governo voler andare consapevolmente allo scontro sociale, altro che storie.
2. Per tutto il lavoro dipendente : Diminuzione programmata della redditività delle pensioni attraverso il pdl 1299, che prevede il calcolo con il metodo contributivo PER TUTTI ( anche per quelli che hanno già maturato entro il 1985 i requisiti per il calcolo retributivo) a far data dal 2009. Il pdl prevede anche la liquidazione del TFR non più in denaro contante bensì sotto forma esclusiva di azioni e buoni del tesoro. Per altro la frenata degli stipendi produrrà un danno perenne per tutti coloro che sono in prossimità della pensione ma non hanno ancora maturato i requisiti. Per gli altri è già un fuggi fuggi generale, che non mancherà di creare ulteriori scompensi soprattutto nel comparto pubblico, già fin troppo criminalizzato da Brunetta.
3. Per tutto il lavoro dipendente : mancata restituzione del Fiscal Drag che per legge (dal 1993) dovrebbe scattare quando l’inflazione supera il 2 %. Per inciso è dal secondo governo Berlusconi ( 2001) che il fiscal drag non viene recuperato sugli stipendi : dopo la prima riforma fiscale di Tremonti, infatti, anche il governo dell’Unione non fece in tempo a mettere mano su questa questione ( era la famosa “fase 2” che avrebbe dovuto avviare la redistribuzione dei redditi, mai giunta in porto per i contrasti interni all’esecutivo seguiti dalla crisi di governo e poi dalle elezioni). Perché sia chiaro che non si discute di aria fritta bensì di soldi sottratti ai lavoratori dipendenti, poiché riporto qui di seguito la sintetica spiegazione che da del fiscal drag il portale wikipedia : Una persona che guadagna 20.000 € l'anno, soggetto ad una tassazione del 20% oltre la soglia di non tassazione di 5.000€ l'anno pagherà (20000-5000)*0,2 = 3000€ di tasse, cioè il 15% del suo reddito. Si supponga, allora, per il recupero sull'inflazione, che il suo reddito aumenti del 5% mentre il governo incrementi il limite di non tassazione del 2%. In questo caso dovrà pagare (21000-5100)*0,2 = 3180€, ovvero il 15,14%. A questo occorre anche aggiungere quanto dovrà pagare in più nel caso l'aumento di reddito lo facesse rientrare in una aliquota fiscale maggiore. In questo caso la proporzione del guadagno prelevato dal fisco è aumentato. Tale aumento è il fiscal drag(drenaggio fiscale).
4. Per il lavoro dipendente pubblico : mancata detassazione dello straordinario (prevista e attuata sperimentalmente per l’anno in corso per il settore privato). Governo e Confindustria premono sul sindacato per barattare la proroga del provvedimento con la ridiscussione totale dei contratti (al ribasso naturalmente) e una breccia pare siano riusciti ad aprirla nella Cisl di Bonanni (ne ho già parlato qui) . Naturalmente il provvedimento ha incontrato i favori di quanti nel settore privato hanno avuto l’opportunità di effettuare prestazioni straordinarie oltre il normale orario di lavoro, avendo bene inteso la possibilità di farlo ( le donne ad esempio, impegnate anche sul fronte familiare, sono state fortemente penalizzate), ma non è tutto oro ciò che luccica : molti datori di lavoro hanno preso la palla al balzo per diminuire drasticamente l’orario di lavoro ordinario ( grazie alla legge Biagi) ai loro dipendenti/collaboratori. Così accade che in tempi di “vacche grasse” si possa guadagnare anche più di prima, ma se il tuo datore di lavoro ti nega all’improvviso lo straordinario la paga si riduce considerevolmente. Se non ci stai niente problemi, c’è sempre un aspirante schiavo pronto a rimpiazzarti.
5. Per il lavoro dipendente pubblico : sospensione per tre anni a far data dal 2009 del “salario di produttività” attraverso il decreto legge 112 . Si tratta di un provvedimento che colpisce in modo pesantissimo gli stipendi pubblici, dal momento che si tratta di somme che di fatto integravano i salari di base previsti dai contratti sempre più frenati a causa soprattutto del già citato tasso di inflazione programmata fin dal 1993. Nella stragrande maggioranza dei casi la diminuzione dello stipendio in tasca ai lavoratori sarà superiore a 1/3. Una “chicca” la devo segnalare : sarà penalizzata d’ora in poi perfino l’assenza dei genitori di figli disabili (art. 33 legge 104/92), dal momento che viene riconosciuto l’indennizzo pieno della giornata di assenza soltanto ai lavoratori disabili. Come a dire : per chi dona il sangue un giorno, indennizzo pieno. Per chi dona il suo sangue per tutta la vita a un figlio sfortunato, scatta la decurtazione. E mi duole constatare che finora sulle pazzie di Brunetta & c. anche il PD è stato molto, troppo prudente.
A ciò si dovrebbe aggiungere il ritorno di un clima di ricattabilità sui posti di lavoro pubblici e privati a causa della rimozione di diverse norme di tutela dei dipendenti entrate in vigore con il governo Prodi, come ad esempio la lettera di dimissioni firmata in bianco già tornata puntualmente nel cassetto del datore di lavoro. O come la norma “anti-precari” che prevede oggi, in caso di mancato reintegro sul posto di lavoro, una semplice sanzione per il datore di lavoro. O ancora la reperibilità 24ore in caso di malattia degli impiegati pubblici ( salvo dalle 13 alle 14 : in quell’ora non troverete un medico disposto a ricevervi o a venirvi a visitare a domicilio), mentre nel settore privato sono rimaste inalterate le due fasce 10-12 e 17-19.
Mi fermo qui per non farla troppo lunga, ma invito ad intervenire su questa discussione dal momento che è necessario rendere ben visibile l’enorme disagio in cui vivono attualmente milioni di famiglie legate ai redditi da lavoro dipendente. Così quando parlo di lotta (certamente non armata, siamo in democrazia, o almeno dovremmo esserlo) e mi rivolgo a Veltroni come a un nostro Robin Hood in un post che ieri ha conosciuto per qualche minuto qui dentro gli onori della prima pagina, lo faccio per motivi sacrosanti, perché con questi provvedimenti moltissime famiglie italiane scivoleranno rapidamente nel disagio, anche nel cosidetto ceto medi. E il PD ( e quanti vi militano a vario titolo, e intervengono nei blog ) farebbe bene a non considerare questa battaglia come corporativa ( fra pubblico e privato, i dipendenti – cococo e cocopro compresi, che pure vengono considerati “autonomi” dal governo - sono una fetta più che rilevante della popolazione) e a riconsiderare la necessità di una profonda riflessione che, alla luce dei recenti provvedimenti legislativi, rimetta in discussione tutti gli approfondimenti già avviati dal PD sui contratti, e sui diritti e le tutele dei lavoratori dipendenti. Un riposizionamento è necessario perché lo scenario è cambiato bruscamente e non far nulla potrebbe far giungere a sintesi errate e portare acqua a quella parte della sinistra che è restata ideologicamente antagonista scegliendo di tornare al passato, mentre invece è necessario guardare al futuro.
I sondaggi danno i consensi dalla parte di Berlusconi ? Ebbene infischiamocene dei sondaggi drogati dalla tv e guardiamo al paese reale. Attiviamoci per rendere visibile quanto fatto da Prodi e da Damiano in difesa del lavoro e quanto fatto invece da questo governo. Facciamo davvero aprire gli occhi, per far riflettere la gente, marcando la profonda e irreversibile diversità di intenti e di percorsi esistente fra il PD e la PDL. Scendere in campo con iniziative di lotta democratica è previsto dalla nostra Costituzione e non deve creare disagi e turbamenti, se non in chi ha evidentemente inteso questo partito come strumento di affermazione dei propri interessi personali. O in chi – ancora peggio – sempre nel PD pensa che sia meglio lasciar fare a Berlusconi un lavoro sporco ma necessario. La democrazia non accetta compromessi e ricette frettolose. In democrazia si vince o si perde tutti insieme, sempre. E guardare al futuro significa anche lottare, per raggiungerlo.
Non c’è più tempo. E’ ora di testimoniare, scendendo tutti in piazza e attivando ogni forma possibile di lotta, a Berlusconi e ai suoi che la solidarietà è quel qualcosa in più che abbiamo e avremo sempre rispetto a loro, e che può consentirci di competere per una alternativa di governo ben prima di cinque anni, se sapremo svegliare il paese.